does not live by books alone, there are also books (my favorites are those of Mead, but I stopped buying them when I realized that, for fear of creasing, not used them ), but do not have one with my misunderstood masterpiece to talk about, I just wanted to bring some notes for a post that seriously never write, thinking about the narrative.
I.se scrittore had one where I would spend more time creating characters, I would like to create some truly memorable, when the pages of a novel (or frames of a film) did a really good match I ever regret living per lo spazio finito di quel racconto, più o meno lungo, certo, ma sempre finito, mi mette una nostalgia addosso che quasi si trasforma in rabbia, perché quello che stai leggendo è pur sempre fiction, come dicono gli anglosassoni, e ti senti un po’ preso in giro (non è vero); lo so, non è un argomento particolarmente originale, ma io li sento diventare amici, una parte di te che non vorresti mai perdere e speri, tutte le volte che riapri quel libro e magari ne leggi qualche pagina (o magari lo rileggi interamente) di trovare qualcosa di completamente nuovo riguardo quel personaggio, qualcosa che gli è capitato mentre eri lontano. E, in parte, è proprio così, magari fra una lettura e un’altra passa del tempo e sei cambiato, e con te anche il personaggio.
Comunque la parola l’ho detta prima, nostalgia, li vorresti sempre accanto a te, ti mancano, come per gli amici più veri e leali che per mia fortuna non mancano, fra quelli in carne e ossa. E non importa se se sono partoriti dalla fantasia di qualche scrittore russo o sceneggiatore americano (cito due estremi, ma che sono esemplificativi della cura nella caratterizzazione dei personaggi), certo ci sono le differenze dovute alla diversità del mezzo e del contesto in cui si esprimono, ma se sono bravi autori si vede. (1. a seguire)
I.se scrittore had one where I would spend more time creating characters, I would like to create some truly memorable, when the pages of a novel (or frames of a film) did a really good match I ever regret living per lo spazio finito di quel racconto, più o meno lungo, certo, ma sempre finito, mi mette una nostalgia addosso che quasi si trasforma in rabbia, perché quello che stai leggendo è pur sempre fiction, come dicono gli anglosassoni, e ti senti un po’ preso in giro (non è vero); lo so, non è un argomento particolarmente originale, ma io li sento diventare amici, una parte di te che non vorresti mai perdere e speri, tutte le volte che riapri quel libro e magari ne leggi qualche pagina (o magari lo rileggi interamente) di trovare qualcosa di completamente nuovo riguardo quel personaggio, qualcosa che gli è capitato mentre eri lontano. E, in parte, è proprio così, magari fra una lettura e un’altra passa del tempo e sei cambiato, e con te anche il personaggio.
Comunque la parola l’ho detta prima, nostalgia, li vorresti sempre accanto a te, ti mancano, come per gli amici più veri e leali che per mia fortuna non mancano, fra quelli in carne e ossa. E non importa se se sono partoriti dalla fantasia di qualche scrittore russo o sceneggiatore americano (cito due estremi, ma che sono esemplificativi della cura nella caratterizzazione dei personaggi), certo ci sono le differenze dovute alla diversità del mezzo e del contesto in cui si esprimono, ma se sono bravi autori si vede. (1. a seguire)
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